La storia del nostro incontro con Cantina366 è il racconto di una condivisione: di intenti, di passione e di una bottiglia di vino.
Ci trovavamo a una degustazione, per un compleanno, ed Ezio, uno dei tre fondatori di Cantina366, aveva portato due bottiglie di erbaluce, prodotte dalla loro cantina.
Ancora non ci conoscevamo e lui, quasi timidamente, le teneva in mano, incerto se farcele assaggiare.
Si sa, l’erbaluce è un vino spesso trascurato, che sconta i pregiudizi di un vitigno considerato meno nobile e spesso stigmatizzato per la sua acidità.
Ebbene, quando lo assaggiammo rimanemmo colpiti.
La cura e all’abilità dei suoi produttori avevano saputo trasformare quello che pareva un limite, la sua acidità, appunto, in un punto di forza, creando profumi capaci di essere un pregevolissimo tratto distintivo.
Ci rimase impresso quel modo di fare vino e per tanto tempo, in un anfratto dei nostri pensieri, ci rimase la voglia di trasformare quell’incontro, quasi casuale, in una collaborazione concreta.
Dopo un anno ci ricontattammo e fu un piacere scoprire che la loro attività era andata avanti e da semplice passione si era trasformata in una bellissima produzione.
Cantina366 nasce prima di tutto dall’amicizia dei tre fondatori e dall’amore comune per le loro radici e per gli elementi naturali: terra, acqua e sole, che compiono il miracolo di dar vita a un frutto.
Il loro vitigno, sull’altra sponda del lago di Viverone, è il risultato di un progetto che unisce passione, fatica e laboriosità e che dà ordine, attraverso i suoi filari puntigliosamente disposti, a una natura amata e curata come una madre generosa.
La loro cantina, una cascina storica incastonata nello splendido paesaggio che si staglia ai piedi del Monviso e del Gran Paradiso, è una accogliente casa del vino, dove l’accurata produzione si incontra con la convivialità. Qui le piacevoli degustazioni rendono il loro Erbaluce un vino vivo, i cui sapori floreali sanno trovare magnifici abbinamenti gastronomici.
Ogni volta che abbiamo l’occasione di incontrarci nella loro cantina ritroviamo
di cui sanno rispettare tempi e modalità, proprio come nelle produzioni d’altri tempi.
C’è parso così bello decidere di collaborare con loro.
Abbiamo preso questa decisione naturalmente e senza tentennamenti, perché abbiamo capito che fa parte della nostra missione dar spazio a vitigni poco conosciuti, ma che sono l’espressione più autentica di un modo di produrre vino che ci rende orgogliosi della nostra terra.
Torniamo a casa con già un po’ di nostalgia e con gli occhi pieni di bellezza. Anche stavolta il vino ha fatto ciò che sa fare meglio: ci ha fatti stare bene.